Amarroto
28.12.2011 18:48
Amarroto Tango Música: Juan Cao Letra: Miguel Bucino |
Te pasaste treinta abriles de una esquina a otra esquina sin saber que era una mina, ni una copa, ni un café. La yugabas como un burro y amurabas meneguina practicando infantería de tu casa hasta el taller. Fútbol, timbas y carreras eran cosas indecentes, sólo el cine era tu vicio... si podías garronear. Y una vuelta que asomaste los mirones por Corrientes al marearte con las luces te tuvieron que auxiliar. Hijo de "Quedate quieto" y la zaina "No te muevas", nunca, nunca te rascaste ni teniendo sarampión... Flor de chaucha que en la esquina no ligaste ni una breva porque andabas como un longhi chamuyándolo al botón. No tenías ni un amigo, "que el buey solo bien se lame", según tu filosofía de amarroto sin control. Y amasabas los billetes como quien hace un salame laburando de esclavacho, como un gil, de sol a sol. Hoy te veo engayolado... Te chapó una solterona que podría ser tu nona y que es toda tu pasión... Y seguís amarrocando para que ella, tu monona, se las dé de gran princesa a costillas del chabón. En el banco de la vida al final siempre se pierde, no hay mortaja con bolsillos a la hora de partir. Vos que no sabés siquiera de un final "bandera verde", aclarame, che amarroto... ¿para qué querés vivir? |
Hai passato trenta aprili da un angolo all'altro angolo senza sapere cos'era una donna, ne una coppa, ne un caffè. Lavoravi come un mulo e non spendevi niente andando a piedi dalla casa all'officina. Calcio, gioco d'azzardo e corse di cavalli erano cose indecenti, solo il cinema era il tuo vizio...se lo potevi scroccare. Ed quando ti affacciasti a vedere la calle Corrientes per i capogiri dati dalle luci ti dovettero soccorrere. Figlio di “Stai tranquillo” e la saccoccia “Non ti muovere”, mai, mai ti grattasti neanche avendo il morbillo... Così tonto che all'angolo non attaccasti mai bottone con nessuna occupato come un fesso a chiacchierare col poliziotto. Non avevi neanche un amico, “che il bue si lecca bene anche da solo”, secondo la tua filosofia di spilorcio esagerato. Ed accumulavi le banconote come chi fa un salame lavorando peggio di uno schiavo, come un fesso, da sole a sole. Oggi ti vedo ingabbiato.... Ti acchiappò una zitella che potrebbe essere tua nonna e che è tutta la tua passione... E continui spilorciando perchè lei, la tua scimmietta, se la passi da gran principessa nelle costole del fesso. Nel gioco della vita alla fine sempre si perde, non c'è bara con le tasche quand'è l'ora di partire. Tu che neanche sai cos'è un finale “al foto-finish”, spiegami, dai spilorcio... per che cosa vuoi vivere? |